Siamo nel bel mezzo di una rivoluzione, tanto silenziosa quanto efficace, che sta rapidamente cambiando il nostro modo di accedere alle informazioni. Il cambiamento non è ancora completo, e tutte le conseguenze non sono ancora chiare. A mio parere la comunità scientifica e le istituzioni sanitarie in particolare sono in difficoltà di fronte a questi cambiamenti, vorrebbero cavalcare la rivoluzione, senza però esserne travolti.
In passato gli scienziati avrebbero elaborato il problema in tutt’altro modo: avrebbero comninciato a parlare tra di loro attraverso riviste e convegni, e solo quando le idee scientifiche avessero raggiunto una certa soglia di “maturità” avrebbero aperto il sipario ai media e al pubblico per invitarli a prendere appunti. Ma oggi ci sono i social media, e sempre più invadono la privacy anche della scienza, permettendo al pubblico di sbirciare dietro le quinte.
Un esempio di cosa può accadere quando le osservazioni degli scienziati vengono divulgate in maniera errata e manipolatoria al pubblico è ciò che accadde nel 2009 con il cosiddetto “Climategate”